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Silenzio, parla Recupido

Italianotizie, 4 settembre 2018

 
INTERVISTA AL COACH DELLA PASSALACQUA Gianni Recupido.

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In tutti gli sport, basket compreso, ad andare in campo sono i giocatori, e sono loro che vincono o perdono le partite. Ma le responsabilità sono di chi li guida dalla panchina. Nel caso della Passalacqua Ragusa questo compito, da qualche anno, è affidato a Gianni Recupido.

Gianni, dopo uno scudetto sfiorato, con quale spirito parte questa stagione?
Con molta voglia e tanta ambizione, ma anche una grandissima pressione sia da parte dell’ambiente che della società perché dopo quanto fatto la scorsa stagione tutti si aspettano il tricolore.

Hai detto nulla…
Già… Noi, chiaramente ci proveremo, pur sapendo che non sarà facile, perché le dinamiche dei campionati cambiano anno dopo anno. Dovremo vedere quanto saranno forti Schio, Napoli, Venezia. Ragusa dovrebbe comunque arrivare tra le prime quattro perché possiamo contare su un ottimo roster.

Che Passalacqua vedremo quest’anno?
Una squadra con un gioco, per struttura fisica, ancora più aggressivo e veloce. La cosa mi piace tanto perché ci avviciniamo sempre di più al basket che amo. Sicuramente avremo qualche difficoltà sotto canestro perché lì siamo leggerini. Però, dovendo conciliare diverse esigenze, quelle del bilancio societario con quelle del mercato, abbiamo pensato che questa fosse la strada migliore da percorrere. E cercheremo di farlo, sperando di partire meglio dello scorso anno, fino in fondo.

Qualcuno sostiene che l’organico sia troppo ridotto per una stagione di vertice.
Sapete tutti che avevamo un accordo con una lunga italiana, che però, per problemi personali, ha dovuto rinunciare al trasferimento. La società è prontamente tornata sul mercato ma, non trovando alternative interessanti, ha deciso di puntare su una delle nostre giovani. E lo stesso si è fatto per le guardie: abbiamo pensato fosse arrivato il momento di responsabilizzare Giulia Buongiorno e Beatrice Stroscio. Mi rendo conto che sarà difficile conciliare l’obbligo di vincere lo scudetto con il lanciare i giovani, ma ci proveremo.

Insomma, Gianni, parliamoci chiaro, la Passalacqua di quest’anno è più forte o più scarsa rispetto a quella passata?
In valori assoluti siamo più forti, nel senso che la squadra è assemblata meglio. È vero che l’anno scorso avevamo delle rotazioni che quest’anno non avremo, penso ad esempio ad Astou Ndour, che poteva sia giocare da 5 che marcare la lunga avversaria, ma al suo posto arriva Jilian Harmon, da anni migliore realizzatrice del nostro campionato, una giocatrice sul cui talento non si può discutere. Ha una struttura fisica diversa rispetto alla spagnola, vuol dire che saremo noi ad adattarci alle sue caratteristiche. Io sono più che soddisfatto della squadra che ho a disposizione, una squadra con esperienza e completa in tutti i ruoli. Abbiamo due play d’ordine, Angela Gianolla e Agnese Soli, tre esterne che sarebbero titolari in qualsiasi squadra, Chiara Consoli, Sabrina Cinili e Jessica Kuster, abbiamo la Hamby e la Harmon, che sono state tra le migliori del campionato scorso, e infine c’è Alessandra Formica, che è una giocatrice di un’intelligenza tattica e di una capacità adattiva notevole. Credimi, va bene così!

Delle altre squadre, invece, che mi dici?
Si sono tutte rinforzate. Il livello delle prime quattro è più alto rispetto allo scorso anno. Schio ha perso qualcosa nella graniticità del gruppo, però ha delle straniere strepitose e ne arriveranno altre perché, giocando in Eurolega, ne prenderanno 5. Lo stesso vale per Venezia. Anche Napoli ha messo su un’ottima squadra, completa e competitiva. Sono queste, a mio parere, le nostre più temibili avversarie. Tutte le altre sono squadre ostiche, ma non credo siano al livello delle prime quattro.

Parlando di coppe europee, voi avete rinunciato a giocarle. È un bene o un male?
Diciamo che è un’arma a doppio taglio. L’anno scorso le abbiamo giocate e, anche a causa del ritardo con cui sono arrivate le straniere, non abbiamo potuto allenarci per bene e siamo stati “costretti” a farlo giocando. Però è anche vero che giocare in coppa ti fa acquisire quella malizia che torna sempre utile in un campionato difficile come il nostro. In più ti abitua a giocare ogni due giorni, attitudine che ti serve durante i play off. L’aspetto positivo di non giocare in coppa è che avremo più tempo per prepararci e dare un gioco alla squadra.

Ragusa, Schio, Napoli e Venezia. Mettili in ordine di arrivo.
Farlo è difficilissimo, anche perché alcune squadre devono ancora ingaggiare le straniere, ma mi piacerebbe se la stagione finisse con le squadre nello stesso ordine in cui le hai elencate tu.