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Gerardo, nuvola di polvere

Operaincerta, 14 maggio 2018

 
Le morti bianche, un dramma che ci lascia sempre di piÙ indifferenti

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Gerardo era partito da Maddaloni, una cittadina in provincia di Caserta, alla ricerca di un lavoro. Si era fermato a Modena, dove aveva iniziato a lavorare come muratore.
Nella sua vita, oltre al lavoro, c’era anche la famiglia, rimasta in Campania, una moglie e quattro figli. Per loro, per se stesso, era andato via, in un posto lontano dalle sue radici, dalla sua lingua, dalle sue abitudini. Gerardo guardava avanti, la sua era una scelta proiettata verso il futuro, e alla ricerca di una nuova vita, migliore.
Perché Gerardo, come si diceva un tempo, aveva una coscienza politica, e viveva male i tempi attuali, fatti di tradimenti da parte di chi avrebbe dovuto tutelare gli ultimi, di furti ai danni dei più deboli. Per questo, libero dal lavoro, conduceva a Radio Popolare un programma sulle utopie degli anni sessanta, sulla lotta di classe, sull’ingiustizia sociale.
Questa era la sua vita, fino al momento del dramma: un volo dall’impalcatura su cui stava lavorando e di Gerardo non è rimasto che un corpo da riportare a casa sua in una cassa di zinco. Tra l’indifferenza di tutti, perché ormai morire sul lavoro è, purtroppo, un evento cui ci siamo tutti abituati.
Nel 2017, le cosiddette “morti bianche” sono state 1.029 (in media circa 3 al giorno, considerando tutti i giorni, domeniche e festivi compresi), con un aumento del 1,1% rispetto all’anno precedente, e con una preoccupante inversione di tendenza negli ultimi anni, dopo un decennio di costante calo.
Quella delle morti bianche è questa una delle tante conseguenze delle scelte politiche fatte in questi anni da chi ci ha governato: se è necessario risparmiare, tagliare, per far tornare i conti, allora lo si deve fare con provvedimenti mirati, che non vadano a toccare settori come la sicurezza, la sanità o l’istruzione, che incidono direttamente nella vita dei più deboli.
PS: la storia di Gerardo è una storia vera, ed è cantata da Enzo Avitabile, insieme a Francesco Guccini, nella canzone “Gerardo nuvola 'e polvere”, incisa dal cantautore napoletano nel 2012 ed inserita nell’album “Black tarantella”.
A proposito di questa canzone Avitabile ha dichiarato: «Ho voluto raccontare la storia di Gerardo, un ragazzo di Maddaloni, che lascia la sua terra, la sua casa, la sua famiglia per trovare inaspettatamente e prematuramente la sua fine sul lavoro. Morti bianche? Sì, anche, ma è la storia di tutti i fuori di vista di ogni punto a svantaggio del mondo, che pur credendo nei sogni e nelle probabilità, devono fare i conti con i soprusi, le ingiustizie e le discriminazioni, di cui ogni giorno la storia del mondo ne é testimone da sempre. Un requiem a tutti i ‘nessuno’ che in questo loro passaggio da uomo non hanno nome e volto: nuvole di polvere».
A “Gerardo nuvola 'e polvere” è stato assegnato il premio “Amnesty Italia” del 2013.