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C'era una volta il Padua

Italianotizie, 3 aprile 2018

 
UN TUFFO NEL PASSATO PER RICORDARE IL PADUA

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C’era una volta il Padua, la società rugbistica nata a Ragusa nell’autunno del 1967 grazie all’intuizione di Franco Pintaldi, un siracusano trapiantato a Catania ma in quegli anni nel capoluogo ibleo per motivi di lavoro.

I dettagli di questa storia li racconto nel libro “Ragusa Rugby, genesi di una passione”, acquistabile a questo link.

Quello che invece vorrei qui mettere in evidenza è la storia di un legame affettivo, ovvero l’attaccamento alla maglia da parte di quanti l’hanno indossata sul terreno di gioco, ma anche tra coloro che l’hanno vissuto a bordo campo o applaudendo dalla tribuna, prima al vecchio Enal e adesso al Campo del Rugby, passando per il “Selvaggio – Aldo Campo”.

Ci sono simboli che si imprimono nella memoria e nel cuore e per i quali qualcuno ha messo mano al portafoglio e contratto debiti, qualcuno gli ha dedicato tutto il proprio tempo libero, altri hanno pianto o riso, o si sono sentiti accolti in una famiglia; e c’è chi ha pensato che il Padua fosse tutta la propria esistenza. L’estate scorsa, dopo 50 anni di vita, l’Associazione Dilettantistica Sportiva Ragusa Rugby Club “Salvatore Padua” ha deciso di fondersi con il Rugby Audax Clan per dar vita a una nuova società, il Ragusa Rugby Union. Nuovi dirigenti (anche se non tutti), nuove facce, nuovi colori.

Il biancoazzurro del Padua, tuttavia, non è scomparso. È ancora presente quale elemento distintivo e continua a vivere nelle magliette che alcuni giocatori utilizzano durante il riscaldamento prepartita, nei giubbotti, nelle tute e nelle felpe degli spettatori che siedono in tribuna.

Passano gli anni e le cose cambiano ma la maglia rimane immutata, perché nel tempo si è caricata di un ulteriore valore, quello romantico del sogno condiviso. Un trofeo esibito dall’inestimabile ricchezza affettiva legato indissolubilmente alle trame delle fibre moderne che la compongono.

Ma anche alle immagini che da oggi, e quasi quotidianamente, vi proporremo su questa pagina. Perché un tuffo nel recente passato fa sempre bene al cuore.