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Una birra con Ciccio / 7

Ragusarugby, 15 novembre 2017

 
Due chiacchiere sui campionati di serie B e C con l’esperto di rugby (e di birre), Ciccio SchininÀ.

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Ciccio, oggi birra internazionale. Che cosa mi fai bere?
Inizia a fare freddo e iniziano i test match quindi ti faccio bere una birra perfetta per la combo “Divano-TV-Plaid-Birra”: beviamo una Mout&Mocca del birrificio De Molen, Russian Imperial Stout arricchita con chicchi di caffè pregiato (Cuba, Timor, Kenya) aggiunti in infusione. È un’esplosione di sapori e sentori, appena versata senti al naso tabacco, cuoio, tostato…ogni sorso è una storia, i 10° alcolici sconsigliano vivamente di uscire da casa.

E noi restiamo qui seduti e iniziamo la nostra chiacchierata. Sabato scorso al Massimino c’era l’Italia e tu non c’eri. Immagino avrai avuto di meglio da fare…
Sì assolutamente, avevo del lavoro straordinario da fare… bellissimo!

Percepisco un leggero sarcasmo nelle tue parole… Eppure, nonostante la tua assenza, l’Italia è tornata nuovamente alla vittoria dopo un anno di sconfitte. È l’inizio di un ciclo?
Questo lo si potrà dire solamente dopo la fine dei test match e forse nemmeno. L’unica cosa certa è che possiamo parlare di ricambio generazionale. Il test con le Fiji, oltre al livello degli impatti, non si può considerare probante. Vincere era importante, e farlo con in campo pochissimi caps lo era ancora di più. Ma bisogna stare calmissimi.

Che mi dici del debutto di Giovanni Licata?
In 4 anni Licata è passato dal Miraglia Agrigento, nei campionati regionali, alla Nazionale. Mi sarei aspettato un esordio più timoroso ed emozionato e invece, davanti al suo pubblico, ha mostrato serenità e disciplina tattica. Credo abbia tutto per diventare un giocatore di livello internazionale. Spero che si abbia la lungimiranza di farlo giocare tutta la stagione con le Zebre e non solo come permit.

A me sono piaciuti anche gli altri debuttanti, a partire da Hayward. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. Hanno mostrato che su loro si può lavorare e di questo bisogna dare merito a O'Shea.

Quello che mi ha un po’ deluso è stato il “folklore” a margine. Niente tifoseria colorata, poche manifestazioni collaterali e il Massimino con diversi posti vuoti. La Sicilia è indietro anche in questo oltre che per il rugby giocato?
Qualcosa da sistemare a livello organizzativo c’è. Considerato il livello dell’evento e la lunga assenza della Nazionale dalla Sicilia mi aspettavo il tutto esaurito e invece c’erano troppi spazi vuoti ma bisogna aggiungere in primis che in effetti era la prima volta che il Comitato si confrontava con un evento di simile portata, in seconda battuta credo che il problema in Sicilia sia più ampio: il nostro rugby è troppo “nostro” nel senso che probabilmente non siamo bravi ad attirare nuova gente e poi allo stadio ci ritroviamo tra addetti ai lavori, amici stretti e familiari. Questo ci deve fare riflettere molto. Comunque l’unica vera critica che muovo è quella di non aver concesso a TUTTE le società di portare in campo i propri bambini. Era un’occasione unica sia per i bambini che per le società di promuoversi sul territorio. Vedere nell’intervallo il campo semivuoto, con solo 3 o 4 società coinvolte mi ha fatto malissimo.

Torniamo sulla terra. L’Under16 del Ragusa Rugby ha perso con L’Aquila una partita che sembrava ormai vinta. Inesperienza o presunzione?
È stata una sconfitta un po’ surreale ma che, credo, sia stata la sconfitta più utile possibile. Tutti abbiamo imparato da questa partita: i ragazzi hanno imparato che il gruppo è sempre e comunque molto più importante del singolo ed è l’unica priorità; i genitori hanno imparato che dobbiamo insegnare ai nostri figli ad essere più umili; i tecnici che devono lavorare di più sull’aspetto mentale e noi dirigenti che dobbiamo investire di più sulla formazione di Team Manager e personale di campo. Tutto costruttivo e funzionale: la reputo una sconfitta, passami il termine, importante.

Ciccio, domenica riprendono i campionati e per il Ragusa una vittoria a Palermo significherebbe qualificazione virtuale ai play off. Ti tocchi e mi dici che ho ragione o neghi tutto con fermezza?
Mi tocco apertamente! Ammetto però che vincere a Palermo significherebbe essere seriamente ad un passo da i playoff. Ma giocare al Malvagno sarà durissimo: i rosanero aspettano questa partita con il coltello fra i denti, inoltre sono molto preoccupato perché non arriviamo a questa partita come avrei voluto e la pausa non ci ha fatto bene. Spero che i ragazzi annullino le mie preoccupazioni con una prestazione di livello e soprattutto con un giusto approccio mentale. Vincere su quel campo avrebbe un significato importante per il proseguo della stagione, al di là del risultato.