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Le pietre di Antoine

Operaincerta, 14 ottobre 2016

 
Dalle pietre possono nascere delle vite da sogno...

 

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C’è un detto (non so se solo) siciliano, “fari trasiri ‘u sceccu cca cura” [fare entrare l’asino per la coda], che, più o meno, vuol dire “far di tutto per giustificare quello che si sta facendo o dicendo”.
Ecco, per giustificare il mio articolo, darne un senso rispetto al tema di questo mese, sto per far entrare l’asino con la coda.
Ai cinquanta/sessantenni se dico “Tu sei buono e ti tirano le pietre” non avrò bisogno di aggiungere altro perché li veda far di sì con la testa e farli andare con i ricordi a quand’erano ragazzi. Agli altri, ai più giovani, mi tocca spiegare che si tratta del primo verso di una canzone, “Pietre”, scritta da Gian Pieretti e Ricky Gianco e portata con successo al Festival di Sanremo del 1967 dallo stesso Pieretti e da Antoine.
Ed è qui che faccio entrare l’asino per la coda, perché non voglio parlare di pietre (che sia con la P maiuscola o minuscola) ma del malgascio/corso/franco/italiano Antoine (all’anagrafe Pierre Muraccioli detto Antoine).
Perché "Pierre" in francese vuol dire "Pietra" e “Pietre” è una delle sue canzoni di maggior successo in Italia, insieme a “La tramontana”, “Cosa hai messo nel caffè” e “Taxi” (chi, con la nostra età, non le ricorda?), ma la sua vita dopo quelle hit è ben più interessante delle pietre, dei caffè e dei taxi.
Nato in Madagascar nel 1944 da genitori corsi, Antoine vive la sua gioventù tra l’isola africana, il Camerun e il sud della Francia. Nel 1965 firma il suo primo contratto discografico e il successo arriva ben presto anche se, chissà perché, è in Italia che arriva al primo posto della Hit Parade proprio con “Pietre”.
Nel 1974 la svolta: prende il largo con la sua barca e inizia il suo viaggio in solitario intorno al mondo lungo 40 anni, impiegando il suo tempo a raccontare le sue avventure sia con i libri, l’ultimo è uscito due anni fa per i tipi della Gallimard e si intitola proprio “40 Escales, 40 ans de navigation” [40 scali, 40 anni di navigazione], che con i documentari.
«A 22 anni avevo raggiunto un successo inaspettato e questa situazione, che all’inizio sembrava avvincente, alla lunga era diventata estenuante. Apparentemente ero sempre in giro per il mondo, ma senza riuscire a vederlo. Ero finito in un circolo vizioso fatto di aeroporti, concerti e hotel. Così ho provato a vivere una vita più interessante e più arricchente» [Dichiarazione tratta da un’intervista rilasciata al sito challenges.fr].
Ed è grazie ai libri e ai Dvd che Antoine adesso si guadagna da vivere. 
«In totale ho pubblicato una ventina di libri e una trentina di video. Si tratta di un vero e proprio lavoro. Viaggio per quasi tutto l’anno e contemporaneamente scrivo, fotografo, filmo. La tecnologia mi permette di lavorare dove più mi piace, sul mio battello. E poi c’è la promozione del mio lavoro, anche se non è un momento che amo molto. Ma bisogna farlo, anche se si corre il rischio di dare un immagine falsata di quello che faccio. Perché, spesso, delle 200 foto che invio ai giornalisti quella che quasi sempre viene pubblicata è quella in cui sono su un’amaca. E la gente è portata a pensare che Antoine passa la sua vita su un’amaca». [Dichiarazione tratta da un’intervista rilasciata al sito oopartir.com].
La sua filosofia di vita, probabilmente, sta tutta in questa frase: «Diciamo che viaggiare mi sta facendo vivere una vita da sogno, anche se “Challenges”(un sito che si occupa di finanza ed altro, ndr) non ne può stimare il valore». Niente di più vero.
Ho aperto citando un verso, chiudo citandone un altro: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. È vero, ma è anche vero che, a volte, anche dalle pietre possono nascere delle vite da sogno.
E per dare ancor di più un senso al mio asino, ecco “Pietre”.