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Padua e Dolphin in sinergia
Ragusarugby, 18 settembre 2016
lA COLLABORAZIONE TRA PADUA E DOLPHIN SCOGLITTI
 
 Si allarga la famiglia del  Padua, che adesso, in seguito all’accordo di collaborazione sottoscritto con i  Dolphins di Scoglitti, guarda anche al comprensorio ipparino.
La neo società vittoriese,  presieduta dell’ex nazionale maltese, Pierre Azzopardi, si affaccia per la  prima volta al mondo del rugby con l’obiettivo di far vivere a un gruppo di  ragazzi, soprattutto della categoria Under18, l’esperienza di giocare con la  palla ovale.
«Siamo nati per caso. Nella  vita organizzo eventi e viaggi e per questo motivo sono stati diverse volte in  Sicilia. Tra i posti che ho visitato mi sono affezionato a questa zona e poiché  passo gran parte del mio tempo su una barca, ho deciso di stabilirmi a  Scoglitti e continuare il mio lavoro da qui», ci ha detto Azzopardi. «Con me ho  sempre un pallone da rugby così, durante il giorno, in spiaggia, ho iniziato a  giochicchiare con gli amici, nulla di particolare, solo dei semplici passaggi.  Giorno dopo giorno il gruppo si è allargato con l’arrivo degli amici degli amici,  e nel giro di poco ci siamo ritrovati 20/25 persone, tra cui molti ragazzi  giovani. Per tutto il mese di Agosto abbiamo continuato a giocare in spiaggia e  adesso che la maggior parte dei ragazzi sono tornati alla vita di tutti i  giorni stiamo cercando un campo per allenarci a Vittoria».
La collaborazione tra Padua e  Dolphins al momento prevede degli allenamenti comuni tra le giovanili delle due  società per una sinergia che dovrebbe portare, per questa stagione, gli atleti  ipparini a vestire la maglia biancazzurra. Nel futuro c’è l’idea di una condivisione,  pur nell’autonomia, di progetti e futuro per una crescita di entrambe.
«La nostra è una società  troppo giovane per poter fin da subito camminare da sola. Per questo abbiamo chiesto  al Padua di darci una mano».
Nella voce del presidente  Azzopardi c’è emozione e voglia di fare. Gli chiediamo di raccontarci come si è  avvicinato al mondo del rugby. La sua è una storia originale e bella.
«Ho iniziato, da bambino, con  il nuoto, poi sono passato alla pallanuoto. Ero piuttosto bravo, segnavo  parecchi goal e, nonostante non avessi ancora raggiunto la maggiore età, di  tanto in tanto giocavo anche in prima squadra. Quando la mia società ha ingaggiato  un nuovo allenatore, dopo avermi visto in allenamento, mi ha assegnato il ruolo  di portiere. A me l’idea di stare in porta non piaceva per niente così ho  chiesto ai miei dirigenti di cedermi a un’altra società. Avendo ricevuto un  diniego, ho deciso di non giocare più. Un amico allora mi ha suggerito di  provare con il rugby. L’ho fatto, mi è piaciuto, e una settimana dopo mi sono  ritrovato in campo con la maglia numero 14.
All’epoca a Malta si giocava  molto con la mischia e il pallone raramente andava oltre le mani dell’apertura.  Così per tutto il primo tempo non ho fatto altro che salire per difendere e  schierarmi per attaccare, senza però mai toccare palla o placcare un  avversario. 
Alla ripresa del gioco ho  perso interesse e ho iniziato a distrarmi, a parlare con i tifosi in tribuna. 
L’apertura avversaria, avendomi  visto “distratto”, ha calciato nella mia zona e io non sono riuscito a  raccogliere l’ovale al volo. Ho perso sicurezza e da lì alla fine dell’incontro  ho collezionato una serie imbarazzante di avanti.
A fine partita mi sentivo uno  schifo per gli errori commessi e ho comunicato che non avrei più giocato. Il  coach invece mi ha incoraggiato e mi ha detto che dalla prossima partita mi  avrebbe cambiato ruolo. La domenica successiva sono stato schierato a numero 7  e a fine partita sono stato eletto Man of the Match. Da allora ho giocato per  23 anni, vestendo anche diverse volte la maglia della nazionale maltese».
Adesso Pierre torna al rugby  con una nuova veste, quella di presidente e allenatore, ma un pensierino alle  scarpe bullonate lo fa ancora: «L’idea di giocare ancora un ultimo anno,  vestendo la maglia biancazzurra, mi stuzzica. Vediamo se riesco a far  combaciare impegni e desideri».
Il Padua, manco a dirlo, se  lo augura e glielo augura.