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Il rugby diventa adulto / 2

Padua360°, 17 aprile 2016

 
Storie di rugby
 
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I ragusani si presentano a Milazzo con soli 14 uomini ma ciò nonostante riescono a tenere testa ai padroni di casa, perdendo solo per 11 a 3 anche grazie a qualche aiutino arbitrale.
All’uscita dal campo il presidente Papa è furioso: “È stato un pestaggio scandaloso! I ragazzi volevano ritirarsi perché, con quell’arbitro, era impossibile giocare. Pazienza, abbiamo perduto ma ci rifaremo al più presto”.
Infatti “i ragazzi si rifanno” la domenica successiva, il 29 novembre, sommergendo di mete, sette, il Palermo per un punteggio finale di 35 a 0. “La squadra allenata da Tumino è apparsa animata da un sacro furore: ha giocato alla perfezione ed è andata a segno quando e come ha voluto”.
E si continua a parlare con sempre più insistenza di promozione in serie C. “Gli iblei hanno dimostrato ancora una volta di essere i più forti e di poter puntare, senza tentennamenti, al primato assoluto e alla promozione in serie C”.
Nella sesta e penultima giornata del girone di andata, l’U.S. Ragusa Rugby va a Misterbianco, una squadra giovane e che non dovrebbe impensierire gli iblei. Infatti la vittoria arride alla squadra di Tumino con un 3 a 9 che dà l’idea di quanto sia stata equilibrata la partita. Ma nell’ambiente ibleo c’è soddisfazione ed è ormai chiaro che la vittoria finale sarà una questione a due tra Ragusa e Milazzo.
L’ultima di andata si gioca il 13 dicembre ma per la squadra ragusana è previsto il turno di riposo. Si dovrebbe ritornare a giocare il 20 gennaio ma il 10 i biancazzurri devono recuperare l’incontro non disputato con il Patti, così subito dopo Capodanno la squadra di coach Tumino è già al lavoro. Nessuno si lamenta di questo ritorno in campo anticipato perché, nell’ultima di andata, il Milazzo ha perso a Pizzo e quindi per i ragusani c’è l’opportunità di agganciare, in testa alla classifica, i mamertini.
Il 10 gennaio i ragusani vanno dunque a Patti e, come previsto, si portano a casa altri due punti.  Quello che non si prevedeva, lo si legge su La Sicilia del 12, “era l’aggressione al direttore di gara da parte di sostenitori locali e non era nemmeno prevista una vittoria così risicata ed afferrata per i capelli. Basti pensare che fino a dieci minuti dalla fine il Patti era in vantaggio e che solo nel finale ancora Tumino è riuscito a dare la vittoria alla sua squadra, provocando però così la bestiale reazione degli sportivi presenti e il pestaggio al povero arbitro, l’inconsapevole catanese Suriano”.
Sono infatti due punizioni calciate da Ciccio Tumino, la prima al trentesimo e la seconda al trentanovesimo a dare la vittoria (12 a 8) ai ragusani e, probabilmente, a scatenare la rabbia dei tifosi messinesi. Ma l’importante era vincere e l’obiettivo fu raggiunto. Adesso si può pensare al girone di ritorno e, soprattutto, alla partita che probabilmente designerà la squadra che disputerà gli spareggi per andare in serie C.
Ma per arrivare a quel Ragusa – Milazzo bisogna aspettare il 14 febbraio e nel frattempo giocare altri tre turni, il primo dei quali, a Pizzo Calabro, è già in dubbio in considerazione della disastrosa situazione finanziaria nella quale naviga la società.
“Domenica riprenderà il campionato di serie D e i ragazzi ragusani […] certamente saranno costretti al forfait visto che si trovano nella impossibilità di poter affrontare le spese per la trasferta di Pizzo Calabro. Ieri è venuto a trovarci in redazione il presidente del sodalizio, Gianni Papa e, con un nodo alla gola ci ha detto: «Saremo costretti, se nessuno ci verrà incontro a rinunciare alla gara di Pizzo perdendo così tre colpi in un sol colpo!»” (La Sicilia, 22.01.1971).
La rinuncia alla trasferta viene evitata in extremis grazie all’aiuto di uno sportivo che anticipa i soldi necessari, in attesa che arrivino i contributi dagli enti pubblici.
Anche a Pizzo il Ragusa Rugby fa valere la sua superiorità, nonostante il punteggio, 8 a 3, sia risicato. La squadra iblea mantiene così la testa della classifica, seppure in comproprietà con i mamertini. E il distacco tra le due battistrada e il resto delle squadre si fa praticamente incolmabile.
Il XV biancazzurro vince sul campo, ma vince anche fuori. A partire dal 1968, ogni anno, allo sportivo ragusano che più si è distinto viene assegnato il trofeo “Padua”, intitolato a Salvatore Padua, un atleta ragusano morto nel 1967 in un incedente stradale a Sondrio. Alla prima edizione a vincerlo è il cestista Sasà Cintolo, bandiera della Virtus, mentre l’anno successivo è il calciatore del Ragusa Calcio, Ignazio Metallo, a guadagnare il prestigioso trofeo.
Per il 1970 sono tanti i nomi che si fanno ma alla fine, a sorpresa, il trofeo viene assegnato a Ciccio Tumino. Ecco come viene descritto da La Sicilia il 27.01.1971, nel giorno in cui è resa pubblica la scelta della commissione: “A Ciccio Tumino, ventenne, rugbista, è stato assegnato il terzo trofeo ‘Padua – Atleta dell’anno’. Il nome del giovane ragusano è stata una sorpresa dato che si erano fatti, alla vigilia della riunione dell’apposita commissione, tanti nomi di atleti di casa nostra. […] Il nome di Tumino è venuto fuori limpido, adamantino, genuino, francescano, come lo sport che il prescelto pratica: il rugby. Dopo un cestista (Cintolo) e un calciatore (Metallo), ecco ora alla ribalta un rugbista. Tumino ha appena vent’anni, essendo nato a Ragusa il 2 novembre 1950 e da quattro stagioni si è votato al rugby convertito da Franco Pintaldi, vero padre del rugby ibleo. Occupa il ruolo di mediano di mischia ed è uno specialista dei calci piazzati. Ha giocato tre anni in serie C e quest’anno, partito Pintaldi, si è assunto il compito di fungere anche da allenatore. Il Ragusa comanda la classifica di serie D e Tumino ha messo a segno in appena cinque giornate bel 47 punti, risultando così il miglior realizzatore di tutti i gironi di serie D in Italia. Tumino gioca con passione, affrontando, così come i compagni, sacrifici personali per poter disputare le domenicali gare di campionato. È un ragazzo insomma che avrebbe avuto tutte le attenzioni del caro Salvatore Padua”.
Ma non c’è molto tempo per gioire. Il campionato continua e la gara decisiva si avvicina. Il 31 gennaio i ragusani battono in casa il Patti ma è sempre la questione economica ad richiamare l’attenzione di tutti. 
C’è da recarsi a Barcellona e i dirigenti non sanno come fare. “Una squadra in vetta alla classifica per una società squattrinata che ha il grosso torto di reggersi sulle spalle (e sulle tasche) di un gruppetto di giovani che fanno dell’entusiasmo e della passione le loro sole armi. Il presidente Gianni Papa, l’allenatore Ciccio Tumino e tutti gli altri stanno quasi per arrendersi di fronte a una realtà cruda, arida, ingrata. […] Restano da affrontare due trasferte: Barcellona e Palermo. Che fare? E non parliamo delle finali per la serie C: converrebbe rinunciarci visto che non si riesce proprio a tirare avanti, a smuovere le acque dell’immobilismo dei nostri maggiori Enti” (La Sicilia, 03.02.1971).
Si decide di promuovere una sottoscrizione pubblica: “Oggi [i dirigenti] daranno vita ad una pubblica sottoscrizione per cercare di racimolare quelle poche decine di lire indispensabili per affrontare la penultima trasferta dell’annata. […] Bisognerà andare incontro a questi ragazzi e cercare di non annullare i loro sforzi. In seguito bisognerà pensare in tempo, organizzandosi su basi concrete e bel salde sì da assicurare una futura tranquillità ad un sodalizio che, pur giovane, onora in modo tangibile il buon nome dello sport ibleo” (La Sicilia, 05.02.1971).
La raccolta riesce e il 7 febbraio il Ragusa Rugby va a vincere, 9 a 8, Barcellona. Ancora una vittoria di misura ma che permette agli iblei di arrivare alla partita contro il Milazzo restando appaiati ai mamertini.  [2/3]