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La panchina

Ragusarugby, 26 maggio 2015

 
Peppe Gurrieri, Direttore Tecnico del Padua, ci spiega l'importanza dei numeri sulle maglie da gioco.

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Peppe, siamo arrivati al termine del nostro viaggio attraverso i numeri del rugby. Ci manca solo la panchina, i numeri che vanno dal 16 al 22.
Sono sette uomini, otto nel rugby di alto livello ma in quel caso l’ottavo dev’essere obbligatoriamente un giocatore di prima linea, e si “guardano” la partita dalla panchina, pronti ad entrare non appena le circostanze o l’allenatore lo richiedono.

Come viene composta la panchina?
In una panchina standard ci sono sempre due prime linee, si tratta di un obbligo federale, e tra questi in genere si preferisce portare, se possibile, un pilone che possa giocare sia a destra che a sinistra e un tallonatore, in quanto quest’ultimo è un ruolo specifico e nel quale non tutti sono in grado di giocare. Poi c’è una seconda linea, una terza linea, un mediano di mischia, un estremo/apertura, e un centro.

Così tutti i ruoli sono coperti, manca solo l’ala.
È vero, ma ad ala si può schierare l’estremo/apertura. In ogni caso si può comunque contare su chi è già in campo e spostarlo nel ruolo che serve. Naturalmente questa è la composizione di una panchina standard, nella realtà quando scegli i sette rincalzi lo fai in base all’avversario che si andrà ad affrontare, alla disponibilità di uomini, a quanta gente c’è in infermeria.

A volte si vedono seconde linee che poi vengono schierate in prima. In questo modo in panchina si ha spazio per, ad esempio, un trequarti in più.
Sì, si può fare, ma a mio parere non è molto conveniente perché una vera prima linea non ha le caratteristiche di una seconda. Se si vuole portare un trequarti in più in genere si sceglie una seconda linea che possa giocare anche in terza. Nel rugby moderno le prime linee svolgono un ruolo così specifico che non si può improvvisare.

Quindi quattro uomini di mischia e tre trequarti.
Esatto, perché il lavoro che una mischia fa in campo non è più solo quello della mischia ordinata e della touche. Gli uomini di mischia giocano a tutto campo, attaccano la linea. Il loro logorio, sia fisico che mentale, durante la partita è enorme. Quindi è più facile che sia richiesto un cambio in quel settore che tra i trequarti. Questi ultimi, salvo casi eccezionali, li sostituisci solo se si infortunano.

Un mediano di mischia di riserva però si porta sempre…
Sì, perché si tratta di un ruolo specialistico e se non lo sei non puoi giocare da mediano.

Mauro Bergamasco a parte…
Lasciamo perdere che è meglio…

In panchina va anche l’allenatore. Come dev’essere un bravo allenatore?
Dev’essere uno che non perde mai il contatto con la realtà, una persona umile, capace di imparare dagli altri e dai propri ragazzi. Un bravo allenatore deve sapersi sempre mettere in discussione e avere un ottimo rapporto con lo spogliatoio, perché creare un gruppo è fondamentale per creare una buona squadra.

Che differenza c’è tra l’allenatore di club e di una Nazionale?
Il secondo, più che un allenatore è un selezionatore. L’allenatore di club invece dev’essere bravo ad analizzare tutte le pecche che hanno i suoi giocatori e lavorare su quelle.

Qualche mese un giornalista ha chiesto all’allenatore dell’Empoli calcio se lui si sentisse un assemblatore di uomini e lui si è arrabbiato con il collega.
Lo capisco bene, perché un allenatore non è un assemblatore di uomini. Al limite lo potrebbe essere un selezionatore, ma non un allenatore. Questi quando arriva in un club trova già un impianto di squadra e su quello deve lavorare, analizzando gli uomini che ha a disposizione e tirando da loro il meglio che può.

Solita domanda conclusiva: il miglior allenatore migliore italiano e il miglior allenatore straniero.
Di italiani ce ne sono tanti che mi piacciono. Ti direi Massimo Brunello, l’ex allenatore del Rovigo che attualmente allena la Nazionale Under18. Se si allena una squadra dal budget ridotto come Rovigo e si riescono comunque ad ottenere buoni risultati vuol dire che si è bravi.

E tra gli stranieri?
Ce ne sono tantissimi, ma se puoi disporre di molti soldi e per ogni ruolo puoi disporre dei migliori è facile fare l’allenatore. Per esempio, allenare il Tolone penso sia molto facile. È sicuramente più difficile allenare il Padua.