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I numeri del rugby: 1, 2 e 3
Ragusarugby, 13 settembre 2014
Peppe Gurrieri, Direttore Tecnico del Padua, ci spiega l'importanza dei numeri sulle maglie da gioco
Parte oggi una nuova rubrica che ci accompagnerà, con cadenza più o meno mensile, per tutta la stagione. Il titolo, “I numeri del rugby”, non lascia dubbi: in questo spazio si parlerà di numeri, nello specifico di quelli che ciascun giocatore porta sulle proprie spalle. Il loro utilizzo, almeno come lo conosciamo adesso, è diventata una consuetudine solo a partire dagli anni cinquanta, visto che prima c’era chi usava il sistema letterale, seguendo l’ordine alfabetico, partendo dal pilone sinistro per arrivare all’estremo, ma c’era anche chi invece partiva dai trequarti per poi passare agli uomini di mischia. E, tanto per fare ancora più confusione, c’erano squadre, come il Bath in Inghilterra, che, forse per motivi scaramantici, saltava il numero 13.
Per fortuna ormai tutte le squadre si sono uniformate e la numerazione va dall’1 al 15, dal pilone sinistro all’estremo.
Peppe, ma alla fine, è importante il numero che si porta sulla schiena?
Lo è, non solo perché l’arbitro o il pubblico possa riconoscere facilmente i giocatori, ma anche per definire il ruolo in cui si gioca.
Oggi partiamo con la “prima linea”. Con le maglie 1 e 3 giocano i piloni. In inglese si chiamano Prop che, come verbo, vuol dire “sostenere”, mentre usato come sostantivo si intendono gli oggetti scenici in teatro. Nel rugby che compito hanno?
Certamente non sono degli “effetti scenici”. Con le nuove regole, però, diventa difficile dare loro un compito univoco. L’altro giorno stavo rileggendo un manuale del rugby vecchio solo di 6 o 7 anni e vi si diceva che i piloni dovevano garantire il sostegno in mischia ordinata, nelle touche e nelle fasi di lancio o rilancio del gioco. Allora avevano quei compiti; adesso, invece, un pilone che fa solo questo non ti serve più, perché nel rugby moderno, anche nel gioco aperto il loro apporto diventa sostanziale. Quindi oggi un pilone, a dispetto della stazza, dev’essere anche molto mobile.
Dunque ormai che fisico si chiede a un pilone?
Escluso casi eccezionali, in campo non vedi più piloni da 130 o 140 chili, perché non sono in grado di interpretare il loro ruolo in chiave moderna. Non occorre che sia eccessivamente pesante, anche un centinaio di chili sono sufficienti; ma è condizione fondamentale che abbia una buona velocità esplosiva. Un tempo la mischia era un guerra tra panzer, adesso lo è di meno, anche se nel complesso il peso delle mischie è rimasto invariato visto che a una prima linea più leggera compensano le seconde e le terze, che sono diventate più pesanti.
C’è differenza tra giocare a sinistra o a destra?
Apparentemente è lo stesso ruolo, in realtà la differenza è grande, anche come stazza fisica. Il destro dev’essere più pesante, il sinistro più tecnico. Quest’ultimo nell’ingaggio in mischia ha la testa fuori, e quindi può utilizzare solo una spalla per spingere. Dunque deve compensare con la tecnica per avere il massimo di spinta. Il destro, invece, ingaggiando tra le teste e le spalle dei propri avversari, per spingere può sfruttare tutto il suo peso.
Quindi se la mischia gira è colpa del pilone sinistro che spinge di meno?
La rotazione volontaria al momento dell’ingaggio è fischiata come fallo, mentre è permesso orientarla dopo che l’ovale è stato tallonato. La squadra che perde la palla cercherà di far girare la mischia avversaria dalla parte chiusa in modo da non dare loro un pallone pulito da giocare. La stessa cosa proverà a fare la squadra che invece ha vinto la mischia in modo da tenere le terze linee avversarie il più lontano possibile dalla linea del vantaggio e far sì che i propri trequarti abbiano meno pressione difensiva.
Con le nuove regole, com’è cambiato il ruolo del pilone?
Prima si sfruttava la fisicità per vincere l’ingaggio e, di conseguenza, anche la mischia. Oggi non è più così. Per il fatto di iniziare a spingere quando le prime linee sono già spalla a spalla, la tecnica è diventata fondamentale e quella che un tempo si chiamava “seconda spinta” adesso è il momento in cui, se si è capaci di organizzare la spinta contemporanea di tutti gli otto uomini e indirizzarla verso un unico punto, si riesce a vincere la mischia.
Ad alto livello, ma non solo, è raro vedere in campo piloni giovani. Come mai?
L’esperienza in prima linea è fondamentale, non c’è dubbio, ma ormai c’è anche l’esigenza di avere piloni molto mobili. Quindi bisogna trovare il giusto compromesso perché, se da un lato l’esperienza presuppone l’avere giocatori in età avanzata, dall’altro vuole anche dire avere giocatori non molto mobili. Una squadra che c’è riuscita è l’Australia: tre o quattro anni fa ha dovuto reinventarsi la prima linea con giovani di 19 / 20 anni e per alcune stagioni le ha prese un po’ da tutti, ma adesso ha una signora mischia, giovane, e che non teme avversari.
Il pilone ha un ruolo importante anche in touche…
In questo fondamentale, per motivi essenzialmente fisici, visto che si tratta di un atleta pesante e in generale non molto alto, il pilone può fare solo l’alzatore. Questo non vuol dire che sia un compito di secondo piano, perché per la riuscita della touche bisogna che ci sia un ottimo coordinamento tra alzatori e saltatore. E per ottenerlo bisogna avere un buon affiatamento e tante ore di allenamento.
Il miglior pilone del momento?
A me piace molto il francese Thomas Domingo, ma anche l’inglese Alex Corbisiero. Come vedi ho una predilezione per i sinistri, forse perché è stato il mio ruolo, per quel poco che ho giocato.
Alcuni, scherzando, si chiedono come sia possibile che i piloni siano gli ultimi ad uscire dal campo e i primi a ritrovarsi al terzo tempo con la birra già in mano. Tu lo sai?
Il loro è un ruolo molto duro. Per questo è raro che un pilone giochi tutti gli 80 minuti. Forse sta qui la spiegazione: chi viene sostituito ha il tempo per farsi trovare con il boccale in mano, mentre chi entra nel secondo tempo è più fresco degli altri e può scattare per primo in doccia e poi al terzo tempo. No? Dici che non è per questo? Allora non so… (ride, ndr)
L’altro uomo in prima linea, ha il numero due sulla maglia, è il tallonatore. Che ruolo svolge?
Io dico sempre che in squadra ci vogliono due figli di puttana. Uno di questi dev’essere il tallonatore. Perché? Perché è quello che in mischia ordinata dà i tempi, e quindi ha un ruolo fondamentale. In più, per giocare bene, deve contrastare il diretto avversario e, nei limiti del regolamento, anche intimidirlo. Lo può fare solo un figlio di puttana.
In inglese si chiama Hooker. Hook vuol dire uncino, mentre Hooker vuol dire anche prostituta. C’è un rapporto?
Non lo sapevo, ma questo fa capire che nulla nasce per caso. Scherzi a parte, si chiama uncino proprio perché in mischia deve uncinare la palla e portarla dalla propria parte.
Per alcuni, quello del tallonatore è il ruolo più pericoloso. Perché?
Perché quando c’è l’ingaggio in mischia, la spinta dei circa 1.800 chili che in quel momento si contrappongono è indirizzata soprattutto sul collo dei due tallonatori. Quindi il tallonatore dev’essere super allenato e deve avere una fiducia totale nei due piloni perché è l’unico che, in caso di crollo delle prime linee, non potrà poggiare le mani per terra. Bisogna anche dire che però, quando si è ben allenati, la percentuale di rischio crolla vertiginosamente.
Che fisico deve avere un tallonatore?
Il tallonatore dev’essere più basso dei piloni, altrimenti ci sono problemi nell’allaccio, e meno pesante dei suoi due compagni di linea, perché dev’essere più reattivo nel gioco aperto.
Parliamo degli allacci. Quanto sono difficili e importanti?
Difficili non lo sono, basta solo allenarsi bene. Invece sono importantissimi, perché è l’allaccio giusto che ti permette di spingere come un sol uomo. Basta perdere un allaccio, per perdere la spinta di un uomo e di conseguenza perdere la mischia o prendere una punizione per rotazione volontaria.
Dovendo scegliere se schierare un tallonatore fenomenale in mischia chiusa e uno eccezionale nel lancio i touche, chi manderesti in campo?
Io sono un patito del gioco veloce e dunque sceglierei il lanciatore perché mi garantirebbe un lancio di gioco sicuro.
Il miglior tallonatore del momento?
Ce ne sono parecchi. Uno che mi piace è il sudafricano Bismarck du Plessis, forse perché è molto più figlio di puttana rispetto al mio tallonatore ideale…