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La mamma del Padua

Ragusarugby, 1 gennaio 2014

 
Due chiacchiere con Maria Grazia Cicciarella, mamma dei quattro fratelli Iacono

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Tanti sono i fratelli che praticano, o hanno praticato, lo stesso sport. Dagli olimpionici Giuseppe e Carmine Abbagnale nel canottaggio, a Franco e Beppe Baresi nel calcio, passando per i quattro fratelli Moser, i ciclisti Francesco, Aldo, Enzo e Diego.
Anche il rugby ha i suoi "fratelli": al momento (ma può essere che ce ne siano sfuggiti alcuni) in attività ci sono gli inglesi Ben e Tom Youngs, rispettivamente mediano di mischia e tallonatore dei Leicester Tigers, e gli italiani Mirko e Mauro Bergamasco. Negli anni settanta/ottanta il "record" di fratelli rugbysti è stato appannaggio dei  fratelli Frascescato, Bruno, Nello, Rino e Ivan; al momento, almeno dopo una veloce ricerca su internet (e non vorremmo esserci sbagliati), il titolo di "squadra più affratellata del mondo" spetta al Padua Rugby Ragusa, nelle cui fila giocano i fratelli Iacono, Paolo, Giuseppe, Stefano e Cristian, elencati in rigoroso ordine di età.
Abbiamo parlato di loro con Maria Grazia, la mamma che, nell'animo, è la quinta rugbysta della famiglia.

Signora Maria Grazia, com'è fare da mamma a quattro rugbysti?
È bellissimo!
Perché bellissimo?
Perché praticano uno sport sano e che, con il tempo, ho imparato anch'io ad apprezzare.
Quindi lei è felice che i suoi figli giochino a rugby?
Sì, anche perché hanno cominciato quando avevano un'età pericolosa, un'età in cui avrebbero potuto iniziare a frequentare delle brutte compagnie. Invece con il rugby questo pericolo è stato evitato e, addirittura, pian piano hanno imparato ancora di più cos'è il rispetto e l'educazione.
Ma non le pesa lavare tutti quei vestiti sporchi che le portano ogni sera dopo gli allenamenti?
Per niente! Li lavo e non mi lamento.
Come sono i suoi figli fuori dal campo?
Sono quattro fratelli ma sono uno diverso dall'altro. Paolo, ad esempio, è un tipo calmo e riservato, mentre i due di mezzo, Stefano e Peppe, sono più esuberanti ed estroversi. Il piccolo, Cristian, in casa invece è il più coccolato tra i quattro. Ma per me sono tutti uguali.
Signora Maria Grazia, quando il Padua vince che succede in casa?
Si fa festa. Siamo tutti felici, io per prima perché sono una tifosa del Padua. E se uno dei miei figli ha fatto una bella partita, sono ancora di più contenta.
E quando invece il Padua perde?
Peccato per la sconfitta, ma bisogna esser contenti lo stesso, perché i tifosi non devono mai provare delusione per la propria squadra.
Lei partecipa sempre al terzo tempo, e non è raro vederla con il grembiule in cucina o a servire ai tavoli. Perché lo fa?
Perché il Padua è la mia famiglia e tutti i giocatori, che conosco uno per uno fin da quando erano piccolini, li considero come fossero figli miei.