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Le meraviglie di Cava d’Ispica

La Città, 29 luglio 2006

 
Stavolta andiamo a scoprire il percorso consigliato di uno dei posti piÙ accattivanti dell’area iblea

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Continuano i percorsi nelle cave del territorio ibleo die “La Citta”, con la collaborazione delle guide ambientali escursionistiche dell’Associazione Kalura (www.kalura.org) di Ragusa, propone ai propri lettori.
Questa volta vi accompagneremo nella visita a Cava d’Ispica. Le cave, lo ricordiamo se ancora ce ne fosse bisogno, sono dei canyon naturali creati dallo scorrere dei fiumi nel corso dei millenni. Cava d’Ispica è forse la cava più conosciuta e visitata del nostro territorio. In generale, quando si visita questa cava, si presume l’accesso dal parco Forza a Ispica. Il nostro percorso, invece, prevede la partenza dal parcheggio del parco archeologico di Cava d’Ispica nord, a Modica, fino a raggiungere il Castello Sicano.
Per raggiungere il parcheggio dovrete percorrere la vecchia strada che da Modica porta a Rosolini, fino a quando non incontrate il bar di contrada Baravitalla. Il bar ha un piccolo parcheggio e lì potete lasciare la vostra auto. L’ingresso del parco archeologico e lì accanto e se avete qualche ora libera, vi consigliamo di visitarlo (ingresso a pagamento).
Di fronte al bar c’è un sentiero in discesa che passa sotto un ponte: è quello l’ingresso della cava.
Il sentiero era già esistente da diverso tempo ma ultimamente è stato ripulito, allargato e lastricato con pietrisco. Probabilmente si è un po’ esagerato, perché questa striscia grigia che taglia questa parte di cava non è bella a vedersi e bastava semplicemente serbare il sentiero esistente. Ma ormai il lavoro è stato fatto e allora speriamo che questa miglioria possa invogliare e facilitare la presenza di chi ha desiderio di camminare.
Percorrete, dunque, la cava, seguendo il sentiero per circa un’ora (la direzione è sud-sudest) fino a che non si arriva al Castello.
Il sentiero in realtà non arriva fino al Castello ma si ferma alla strada sterrata che porta alla vecchia sorgente del comune di Ispica; poco prima della sorgente, dove finisce la strada bianca, vi basta alzare lo sguardo, sulla vostra destra, per vedere il Castello. La cava, e uno dei più preziosi siti archeologici della Sicilia antica e ospita, oltre al Castello, necropoli dell’età del bronzo, fortificazioni preistoriche, catacombe, cenobi eremitici. Fino a circa 50 anni fa nella cava scorreva anche un fiume, il fiume Busaitone (il nome deriva da Poseidone), poi chiamato torrente Ispica. Per questa ragione, per la presenza di un corso d’acqua, la cava era abitata e, specialmente dalia parte di Ispica, i giardini e i terrazzamenti ancora presenti ci danno l’idea di posto fertile e idoneo all’insediamento umano. In origine il Castello, un edificio scavato nella roccia, nella parete, era una fortificazione sicana costruita per proteggere la cava dal versante nord, mentre sul lato sudest, dalla parte del mare, la fortificazione si trovava a parco Forza.
Il Castello probabilmente era alto 5 piani ma adesso ne sono visibili solo 3 mentre uno è il piano visitabile. Per raggiungerlo dovrete imboccare un piccolo sentiero a scale che inizia circa 50 metri prima della sorgente, accanto ad un enorme carrubo. Il Castello è stato messo in sicurezza dunque ci saranno dei cavi d’acciaio che sorreggono la struttura, ma è lo stesso molto bello e vi consigliamo vivamente di visitarlo. Nel piano accessibile si possono distinguere le diverse stanze, la vasca per la raccolta dell’acqua e una specie di toilette con vista sulla cava. Due delle stanze sono invece intonacate visto che fino agli anni cinquanta, il Castello era abitato da contadini. A riprova di ciò, basterà osservare che su uno dei muri c’è il marchio rosso che segna l’effettuazione della disinfestazione fatta con il Ddt, e l’ultima è datata 1956.
Dopo aver visitato il Castello e ammirato il meraviglioso panorama che da lassù si gode sulla cava, è tempo di ritornare sui vostri passi. Ma prima di rifare tutto il percorso a ritroso, a circa 20 minuti di marcia dal Castello, vi imbatterete nei villaggio Pernamazzoni, un villaggio rupestre che si trova in un’ansa della cava, sulla vostra destra. Il villaggio appartiene all’era neolitica anche se vi sono inglobate abitazioni che risalgono agli anni cinquanta (anche in questo caso vale il discorso fatto prima, per il Castello). Le abitazioni, come per tutte le abitazioni rupestri, sono ricavate da grotte con le pareti murate da muro a secco.
Nel pressi del villaggio c’è anche un rifugio in pietra che ogni anno, nel mese di luglio, ospita il campo che Legambiente e l’associazione Kalura organizzano per pulire e serbare i sentieri di tutta quella zona della cava (e tutto ciò con un costo che non supera i 1.000 euro, aggiungiàmo noi!). Il villaggio è visitabile senza alcun problema.
Camminando non dimenticate che vi trovate in un posto in cui l’uomo è ospite della natura e dunque evitate di parlare ad alta voce. Così facendo, con un po’ di fortuna, potrete imbattervi in volpi, martore e istrici o, alzando gli occhi al cielo, osservare in volo il corvo imperiale o il gheppio. Poiché in tutta la cava non ci sono sorgenti è consigliato portare molta acqua da bere e un cappello pei ripararvi dal sole che batte quasi in ogni angolo. Ma, visto che vi sono anche numerosi giardini di albero di frutto, in gran parte abbandonati dopo l’ultima guerra, è possibile, nella giusta stagione, rifocillarsi durante le pause con arance, limoni, melograni, noci, mandorle e, addirittura, banane selvatiche.
Nella realtà gli alberi appartengono a privati ma, usando molta discrezione, è possibile raccoglierne i frutti.
Tutte le pareti della cava sono ricoperte dalla macchia mediterranea (Euforbia, Lentisco). Ma sono anche presenti delle roverelle, a testimonianza che la cava un tempo era ricoperta da querce.
Infine un’appendice dedicata ai più audaci. Poco prima di arrivare al Castello Sicano. il sentiero si interseca, sulla destra, con un altro che porta alla cava Calicantone. Questa cava è molto bella ma è impervia e abbastanza difficile da percorrere. Se pero avete un po’ di intraprendenza potete provare a esplorarne almeno un tratto

SCHEDA SINTETICA
Percorso: Cava d’Ispica
Particolarità: Insediamenti neolitici in una vegetazione integra e rigogliosa
Durata: Circa 3 ore di cammino tra andata e ritorno, visite comprese
Difficoltà: Categoria E (facile)
Attrezzatura particolare: Nessuna. Non bisogna dimenticare di portare un cappellino per ripararsi dal sole e molta acqua potabile se la giornata è calda
Dislivelli da superare: Minimi
Consigliata: A chiunque abbia voglia di camminare e di sognare di fronte agli insediamenti preistorici che si incontreranno lungo il cammino