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La civiltà dell'acqua

Operaincerta, 14 luglio 2006

 
ALLA SCOPERTA DEL CENTRO INTERNAZIONALE CIVILTÀ DELL'ACQUA DI MOGLIANO VENETO IN PROVINCIA DI TREVISO.

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“C’è un bene che è di tutti. Questo bene è l’acqua. Ma gli interessi economici spesso prevalgono su quello che è l’interesse comune”.
Con queste parole siamo stati accolti, qualche giorno fa, quando abbiamo visitato il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua che ha sede a Mogliano Veneto, una cittadina in provincia di Treviso ma molto vicina a Venezia.
Il Centro Civiltà dell’Acqua è un’associazione senza fini di lucro, fondata nel 1998 dalla Regione Veneto, dalle Province di Belluno, Trento, Treviso e Venezia, dal Comune di Mogliano Veneto, dai Consorzi di Bonifica Brentella, Dese Sile e Destra Piave e dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, con lo scopo di creare un tavolo permanente di confronto al quale i vari enti che a tutti i livelli si occupano di acqua potessero sedere, discutere e confrontarsi, anche per promuovere ogni attività utile a raccogliere e conservare, esporre e divulgare documenti e testimonianze sulla storia del rapporto tra l’uomo e l’acqua.
Un altro degli obiettivi del Centro, che a prima vista potrebbe sembrare secondario e che invece è di primaria importanza, è quello didattico-educativo e di questo le scuole sono i destinatari privilegiati. Sono stati condotti numerosi laboratori (oltre un centinaio) nei diversi livelli di scuole, dalle elementari alle superiori, in particolare nelle province di Belluno, Venezia e Trento.
Nella realtà l’idea del Centro è nata quando, nel 1995, alcuni enti (a partire dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche) organizzano a Treviso un convegno, le “Giornate dell’acqua” (la loro prima edizione, a partire dalla quale sono divenute un'appuntamento annuale), per riflettere su quella che era la situazione “acqua” nel territorio trevigiano.
Anima del Centro è stato, fino alla sua prematura scomparsa, nell’agosto del 2005, Renzo Franzin, personalità di spicco del mondo ambientalista veneto e non solo, giornalista, scrittore. Franzin credeva così tanto a questo progetto che, dopo la sua scomparsa, il Centro ha passato un momento di difficoltà dal quale solo adesso, con la nomina di Eriberto Eulisse, che attualmente lavora alla Comunità Europea a Bruxelles, a Consigliere delegato, sta per uscire.
Durante la visita ci siamo chiesti come mai un’istituzione così importante fosse nata in un piccolo comune. La risposta è stata disarmante: «perché il Comune di Treviso, sede naturale del Centro in quanto il capoluogo trevisano, attraversato dal Sile e da tanti piccoli affluenti, è città d’acqua, non è socio del centro e non ci ha mai dato ospitalità!». Così, quando il Comune di Mogliano ha offerto la sede attuale (Villa Longobardi), i dirigenti del Centro hanno colto al volo l’occasione, «di fatto la sede del Centro potrebbe essere ovunque.»
All’inizio il Centro ha avuto vita dura, sia per la perenne mancanza di fondi che per la difficoltà di diventare un punto di riferimento rispetto al problema dell’acqua. Ma poi, poco a poco, si sono intessute le giuste relazioni e adesso il Centro naviga nel pieno della considerazione generale.
Per quanto riguarda, invece, la situazione finanziaria, con le quote associative versate dai diversi soci non si riesce nemmeno a sostenere l’apertura della sede per un intero anno. Per questo motivo assumono importanza fondamentale i singoli progetti via via elaborati.
Il rapporto con gli enti pubblici si presenta difficoltoso, sia per l’instabilità degli enti stessi, legata ai cambi di orientamento politico, che per l’indisponibilità degli stessi a trattare le problematiche legate all’acqua, dal momento che loro stessi sono parte interessata.
Lo sforzo del Centro, invece, è stato quello di estraniarsi di mantenersi fuori da quelli che sono i meccanismi politici e, ogni volta che si è cercato di coinvolgerlo in questioni politiche, il Centro ha sempre assunto un ruolo super partes, ma pronto a dare la propria consulenza e a fornire documentazione e a elaborare informazioni nell’interesse della comunità.
Nei programmi del Centro Civiltà dell’Acqua, per quest’autunno, c’è l’organizzazione di un convegno per parlare delle leggende e dei miti connessi all’acqua. Questa visione antropologica dell'acqua è considerata un’opportunità per aprire ulteriori confronti con altri territori.
Ma non vengono tralasciati i temi più “tradizionali” come quello, ad esempio, di provare a far comprendere ai veneti, che non hanno mai avuto problemi di carenza idrica, che anche se finora hanno potuto lavare le loro auto con l’acqua potabile, è giusto cominciare a pensare al risparmio, perché l’acqua, che è un bene e non una risorsa, non è infinita.
“Dovremmo fare tutti l’esperienza di vivere una settimana con una tanica di 20 litri d’acqua, perché ci accorgiamo di quanto l’acqua sia importante solo quando non c’è”.
Da parte nostra potremmo suggerire un confronto su questi temi con gli abitanti di Enna o di tante cittadine del centro della Sicilia.
Per chi volesse saperne di più, il sito internet del Centro è: http://www.cica.provincia.venezia.it
Sulle tematiche trattate dal Centro ricordiamo in particolare la rivista “Silis: annali di civiltà dell'acqua”, che purtroppo, ad oggi, ha visto l'uscita di soli 3 numeri, e il volume, uscito recentemente per le edizioni Nuova Dimensione di Portogruaro (Venezia), Il respiro delle acque, una preziosa raccolta di racconti, articoli e saggi di Renzo Franzin.