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Trasporto pubblico, oggetto misterioso

La Città, 28 gennaio 2006

 
PerchÉ le corse sono sempre vuote? E se cominciassimo ad utilizzare gli autobus?

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Quelli che viaggiano intorno ai quaranta certamente ricorderanno la serie di cartoni animati che vedeva protagonisti Autogatto e Mototopo, due simpatici animaletti che passavano le loro giornate a rincorrersi a bordo dei loro mezzi. A chi invece non ha fatto in tempo a conoscerli basterà fare un giro a zonzo per Ragusa per imbattersi negli Autorausani, una strana specie di animale che passa tante ore della sua giornata in auto, in colonna, soprattutto in centro, in attesa di andare chissà dove.
Fuor di metafora, il traffico di Ragusa è congestionato e tutte quelle auto che in certe ore del giorno percorrono a passo d'uomo le strade del centro e della periferia non sono un bel vedere e non fanno bene alla salute di nessuno, pedoni in testa.
C’è allora un modo per evitare il sovraffollamento delle nostre strade?
Vista la particolare conformazione di Ragusa, siamo sicuri che non potranno essere le biciclette a risolvere il problema. E, crediamo, nemmeno un uso più massiccio del motorino, che comunque inquina come e forse più di un’automobile.
Fermo restando che il ragusano è fondamentalmente un pigro e che pertanto non crediamo abbia voglia di trasformarsi in pedone (anche se gli farebbe bene fare qualche passo), l’unica soluzione pensiamo sia il maggior utilizzo del trasporto pubblico.
Il servizio di trasporto pubblico urbano, a Ragusa, è affidato da più decenni all’Ast, Azienda Siciliana Trasporti, un’azienda, nata nel 1947 e ordinata con legge regionale nel 1950, che tra breve sarà trasformata in S.p.A. per, si legge sul sito aziendale, “riuscire a confrontarsi in modo adeguato con il nuovo sistema del mercato dei servizi che […] sarà presto una realtà anche in Sicilia”.
L’Ast, riportiamo sempre dal sito, “opera in un territorio di 12.477 kmq di superficie, pari al 49% della superficie regionale fornendo i propri mezzi ad una popolazione di 3.564.649 abitanti, 71% della popolazione regionale residente in 159 comuni”.
A Ragusa, grazie a dodici linee urbane che viaggiano dalle ore 6,30 del mattino fino alle 20,40 della sera, copre praticamente tutta la città percorrendo complessivamente 2.500 chilometri al giorno. Quotidianamente c’è anche un’ultima corsa che, partendo da via G. Di Vittorio e arrivando alle 21,30 in viale Europa, collega la città con la sua parte alta mentre ogni mercoledì si effettuano due “servizi mercato”. A tutto questo si deve aggiungere il servizio notturno, dalle venti e quaranta all’una e mezza di notte, che unisce Ragusa Ibla a Ragusa alta e che dalla primavera all’estate viaggia tutti i giorni mentre in autunno e in inverno si effettua solo nei giorni prefestivi e festivi.
Già solo questi dati dovrebbero bastare per convincerci ad abbandonare le nostre auto. Invece, purtroppo, molto spesso gli autobus gialli (anche se da qualche tempo ne circola qualcuno verde/bianco) viaggiano quasi vuoti, nonostante il costo del biglietto non proibitivo e le numerose agevolazioni di cui possono disporre i pensionati, gli studenti e i lavoratori.
Ma allora perché a Ragusa il trasporto pubblico urbano non decolla? Perché l’Ast riesce a “staccare” solo circa 150.000 biglietti all’anno, che a pensarci sono solo circa due biglietti a persona per anno?

Crediamo che parte della responsabilità debba essere data all’azienda stessa, proprio perché fino a poco tempo fa le fermate dei suoi autobus erano misteriose, gli orari lo erano ancora di più, la frequenza era di una corsa ogni ora e le linee erano veramente poche.
Ma il resto della colpa va, inevitabilmente alle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso degli anni.
Perché se è vero che adesso la frequenza delle corse è di una ogni mezzora, che le fermate sono abbastanza riconoscibili, che con 33 euro si può acquistare un abbonamento mensile che può essere utilizzato, ad esempio, dal genitore al mattino per andare al lavoro e dal figlio al pomeriggio per andarsene in centro, è anche vero che finché l’uso del mezzo pubblico non verrà incentivato in modo più forte, il ragusano, per andarsi a bere un caffè in centro, continuerà a preferire farsi mezz'ora di macchina per percorrere il corso Italia e andarsi a fermare, magari in doppia fila, proprio davanti al proprio bar preferito piuttosto che andare in centro in autobus e fare quattro passi a piedi.
L'incentivo forte, è inutile girarci intorno, è quello di chiudere il centro storico al traffico privato.
Sento già i commercianti strillare e lamentarsi per le perdite cui andrebbero certamente incontro. Ma è un lamentarsi miope perché, a fronte di un primo momento di disorientamento da parte del cittadino che si trova ad essere costretto a fare a meno della propria auto, è stato provato che a medio e a lungo termine la chiusura del centro storico, ovunque sia stato imposto, ha portato a un aumento delle vendite per gli esercizi delle isole pedonali, oltre che a una valorizzazione della zona interessata e dunque anche degli stessi esercizi commerciali.
Evidentemente, qualora si avesse il coraggio di una scelta come quella dell’istituzione dell’isola pedonale, anche l’Ast sarebbe chiamata a una maggiore presenza.
A questo proposito abbiamo sentito Giorgio Firrincieli, addetto all’esercizio dell’Azienda Siciliana Trasporti, che ci ha confermato la massima disponibilità dell’Ast nel migliorare il servizio. “Purtroppo il cittadino non è abituato ad utilizzare il trasporto pubblico. Lei ha mai visto gli autobus che fanno il servizio per il cimitero l’uno e il due novembre? Sono pienissimi perché la corsa è gratuita. Se l’amministrazione comunale fornisse gratuitamente il servizio di trasporto pubblico, gli autobus sarebbero sempre strapieni e le strade vuote.
Ma evidentemente questo non è possibile. Allora bisogna obbligare le persone ad usare l’autobus fino a che, col tempo, non si abitueranno ad usarlo a prescindere dall’obbligo.
Ma ci vuole la collaborazione dell’Amministrazione comunale e la volontà di far crescere il servizio. L’azienda è pronta a fare la sua parte e per cominciare installerà nuove tabelle di fermata, più chiare e leggibili delle attuali, con specificati gli orari di passaggio dell’autobus e, nelle fermate delle zone periferiche, anche le pensiline. E tutto questo a costo zero per il Comune”.
Tradotto in una sola frase, significa “per far funzionare il trasporto pubblico, chiudete il centro alle auto!” Ma allora, ci chiediamo, quale significato dare alla prossima costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza del Popolo? Significa forse “il centro di Ragusa non sarà mai chiuso e, anzi, invitiamo i cittadini a venire a fare shopping con le proprie auto?”
È una domanda che avremmo voluto fare ai nostri amministratori. Purtroppo, attualmente, la città è amministrata da un commissario e allora ci riserviamo di porre questa domanda, quando ci sarà, al nuovo sindaco. Per il momento ci auguriamo che, così come Autogatto e Mototopo hanno avuto breve vita sui nostri teleschermi, anche l’Autorausanu abbia una breve vita nella nostra città.